NATIVE ALASKA

Mi trovo in uno dei villaggi più a nord dell’Alaska, dove finisce l’Arctic National Wildlife Refuge e la tundra artica sfocia nel mare di Beaufort, l’ultima frontiera prima dell’oceano artico. 

Qui incontro il cuore pulsante di una terra rimasta immutata nei secoli. Adattamento: è questa la parola che ha condizionato da millenni la vita degli abitanti del circolo polare artico.

Gli Inupiaq, gli Inuit del nord dell’Alaska, popolazione nativa portavoce di una dimensione umana, antica e gentile, che oggi si trova di fronte a nuove e difficili sfide: dai cambiamenti climatici alla globalizzazione, allo sfruttamento di un territorio magico che, oggi come mai prima nella storia, è profondamente minacciato. 

Al loro fianco i grandi predatori dell’artico, gli orsi polari, maestosi mammiferi che si sono evoluti per prosperare nel clima più feroce sulla terra, ora stanno lottando per sopravviverci. Gli orsi e gli Inuit, due storie parallele indissolubilmente legate. 

Sotto lo stesso cielo, sopra la stessa superficie, qui uomini e animali hanno imparato a convivere, nel rispetto della grande madre terra. Gli Inuit, con il loro intreccio di forza e intelligenza, hanno imparato ad adattarsi osservando e imitando l’orso polare, ricalcando le sue orme, studiando il suo equilibrio sulle superfici ghiacciate e scivolose, per replicare ad ogni passo il suo movimento.

Hanno condiviso con gli animali la stessa porzione di terra, nel segno di una conviviale promessa di vita comune.  Ma tutte le specie animali che abitano il Polo hanno nel cuore la memoria che tutto sta     mutando. Il ghiaccio diventa sempre più instabile, l’erosione delle coste è sempre più visibile e minacciosa, le rotte migratorie degli animali cambiano, giorno dopo giorno. 

Non posso immaginare il mondo senza il bianco gelido del ghiaccio.  Non riesco a immaginare il mondo senza i suoi antichi guardiani del freddo.  Non voglio immaginare il mondo senza prima fare la mia parte per salvaguardare tutto questo. 


BIO

Mi chiamo Isacco Emiliani e sono un amante della natura e un appassionato di outdoor con un debole per la fotografia. 

Questa passione mi ha portato a viaggiare e a scoprire luoghi e persone in ambienti che appartengono solo alla natura.
Dietro ogni mia fotografia c’è una ricerca, un percorso, un concetto che si amplifica fino a diventare una storia: ogni scatto è parte fondamentale di qualcosa di più grande e unico.
Lavoro su progetti a lungo termine orientati ai reportage sociali e alla conservazione e alla tutela ambientale.
Cerco di promuovere la comprensione della Terra e della sua storia naturale attraverso immagini che trasmettono la passione per la natura e il senso di meraviglia e preoccupazione per il nostro pianeta.

Tre anni fa, ho iniziato un nuovo grande progetto di nome “Arctic Visions” con l’obiettivo di raccontare gli elementi più forti e a rischio dell’artico sensibilizzando i nostri occhi alla loro bellezza e fragilità.

Per ogni regione artica realizzerò una fanzine autopubblicata  che racconteranno le tematiche più forti di queste aree.

Ogni fanzine è composta da 9 schede, questa volte fronte e retro per un totale di 18 foto (sul fronte troveremo l’uomo e sul retro la sua relazione in natura)  21x21cm non lo rilegate, con la particolarità di metterle in cornice o di tenerle all’interno della fanzine.

Dopo il primo volume “White Finland” incentrato sui bianchi paesaggi della Finlandia, e il secondo volume “Prehistoric Norway” incentrato sui colori rimasti immutati dal tempo, è la volta dell’Alaska, e con lei degli Inuit, nativi che da sempre abitano queste terre.
“Native Alaska” nasce per raccontare i testimoni del tempo nel nord dell’Alaska in un momento complesso come quello che vediamo oggi, dove tutto sta mutando.