“Naked:#she” nasce dall’acuta consapevolezza della mortalità di ognuno, nel tentativo di esorcizzare un pensiero da cui è difficile emanciparsi. Il mio obbiettivo come autrice è di rendere tangibile, materializzare una percezione inconscia, quasi onirica della realtà.

La fotografia è fra i mezzi espressivi quello che per eccellenza vive più fortemente la contraddizione di una coesistenza assoluta fra il superamento della morte e la sua attestazione, diventandone in questo modo emblema.

Il progetto nasce per indagare questa contraddizione.  Mi piaceva esplorare, con un’estetica che rimanda ad una memoria di morte, il corpo come agente di vita e quindi anche di erotismo.  I soggetti, esclusivamente di genere femminile, privi dei loro vestiti, indossano sempre delle maschere che ne preservano l’identità e ne sottolineano la funzione archetipica. Giocano durante le sessioni fotografiche con l’idea di sensualità, pornografia, grazia, femminilità, maternità e ne sovvertono spesso i limiti e le definizioni.

Le foto, esclusivamente analogiche, frutto di doppie esposizioni al momento dello scatto, vengono presentate con i loro difetti (graffi, sovraimpressioni imprecise, strisce scure ecc.) proprio per sottolineare la corporeità, l’unicità di ogni singolo fotogramma, irripetibile e soggetto alle regole del caso così come la vita di ogni singolo individuo.