Babyshade

Babyshade è un ritrovamento, un reperto lasciato da qualche parte in un cassetto. Un rullino dimenticato e poi ritrovato dopo più di un decennio. Durante la stampa in camera oscura sono riemersi i volti sfuocati e deteriorati dei fan dei Babyshambles, in occasione dell’unica esibizione della band britannica avvenuta a Roma nell’ottobre del 2006.

Quei ragazzi, come lo stesso Pete Doherty, avevano recuperato l’estetica Mod e mid-sixties generando una sorta di sospensione temporale all’interno di una venue, lo storico Piper, già simbolo della cultura beat capitolina.

Ora l’emulsione restituiva le loro immagini vaporose, mosse e sbiadite come spettri di un passato lontano, lo stesso che cercavano di imitare ma che, per motivi anagrafici non potevano aver vissuto. Una giustapposizione tra diversi passati che cercavano, nell’acido, e poi sulla carta, di armonizzarsi, di diventare una cosa sola.

BIO

Francesco Lepore

Sono nato a Roma nel 1974. Mi sono avvicinato alla fotografia durante gli anni del liceo, spinto dalla voglia di documentare i volti e le personalità emergenti delle occupazioni studentesche degli anni Novanta.

Nei primi anni 2000 ho frequentato l’ISFCI dove ho appreso le tecniche di sviluppo e stampa ma dove ho anche capito che non sarei mai diventato un fotografo professionista, ma uno svagato flaneur, un voyeur che scatta senza essere visto.