EGOSISTEMA

“Il tonfo del mio cuore che cade in un pomeriggio orizzontale. L’aria mi respira, l’acqua mi beve. Ho appeso l’orologio al muro e adesso il tempo mi guarda passare. Resisto agli stimoli e oppongo il mio corpo, oggi lo stanco senza farlo camminare. Una madre apprensiva, sono questo verso me stessa. Con il morto a galla sul letto aspetto l’onda. Mi immagino vista dal cielo di casa in tutto il mio egosistema. Si vive con niente qui, si vive di niente, in mezzo a persone solo pensate che hanno il mio peso esatto. E io avverto la responsabilità di rendere tutto bello, anche la tristezza”. Colli, 2018

L’Egosistema sono io; sono tutte le pagine dei miei diari, le frasi dei libri che leggo e mi restano addosso, le immagini che scatto per ritrovarmi in una fotografia.
Oppure, parafrasando, si tratta di un discorso sulla banalità dell’esistenza umana contemporanea che non riesce a guardare oltre il suo naso e si perde nel viaggio triangolare (passato-presente-futuro) della sua vita, come se il punto di vista da cui osserva il mondo fosse il centro assoluto.

Questo è un Egosistema: una gabbia dorata; uno spazio complesso, interiore; un viaggio circolare, chiuso; l’idea e l’ideale che creiamo di noi stessi per noi stessi.
Tutti siamo Egosistemi, in cui il nostro corpo è l’unico abitante del pianeta e tutti gli altri corpi sono solo orbite. L’obbiettivo fotografico ci punta addosso perché non sappiamo guardare oltre e il narcisismo si fa credo.

“Infiniti gli specchi d’acqua ai quali attingo. Lo sguardo non si proietta su niente che non sia io, mi rimbalza addosso e mi torna dentro da dove è partito. ‹‹Dove vai quando poi resti sola?›› Esploro le mie tane. Libera finalmente vesto i panni di qualcun altro”. Colli, 2017

Nelle nostre case – custodie degli umani – creiamo continui duplicati di noi stessi, difendendo a tutti i costi l’idea di sentirci speciali, ma alla nostra faccia si può sovrapporre ‹‹quella di chissà chi altro››.

Siamo solo umani vivi nello stesso istante e l’unica libertà che ci è concessa è essere nudi quando nessuno guarda per riscoprire il nostro grado zero.

“Il tuo corpo è come tutti gli altri corpi, non hai diritto al pudore, non hai alcun motivo di nascondere qualcosa che esiste con forma identica in miliardi di altri esemplari”. Milan Kundera, 1984.


ORBITE

“Non mi interessi tu, mi interessa il modo in cui mi giri intorno e mi rifletti”. Colli, 2019

Il progetto comprende una serie di autoscatti, più foto del mio Egosistema osservato da Matteo D. Recine. Le immagini in cui non è presente il mio corpo ne sono comunque la sua proiezione e traduzione in paesaggi, oggetti, ossessioni da cui dipendo e su cui sono plasmata.

Egosistema è una fanzina autoprodotta e stampata a Lisbona nel mese di settembre 2019.

BIO
Chiara Bruni, 32 anni, mi muovo tra Roma e Lisbona. Innamorata della fotografia, tento in quest’arte seguendo il consiglio migliore che mi hanno dato: appassionati! Laureata in Storia del Teatro Contemporaneo, ricerco nella fotografia il ribaltamento della realtà su uno schermo, come succede su un palcoscenico.

Ho esposto i miei lavori a Milano per il collettivo Homemade Gallery (2017), a Palermo per il Centro Internazionale di Fotografia di Letizia Battaglia (2018), a Napoli per Magazzini Fotografici (2019). L’anno scorso ho vinto un premio a Riaperture, festival di fotografia di Ferrara.